Dicono di lui…
Stephen J. Michael (The Voice)Dicono di lui…
Stephen J. Michael (The Voice)
Innanzitutto, una nota interessante: la carriera di Guido e la mia si sono “specchiate” l’una nell’altra per più di 34 anni nella F.1 Inshore! Il suo esordio in F. 1 fu anche il mio come speaker, nella gara di Nassau alle Bahamas, nel dicembre 1985!All’inizio della sua carriera, Guido era perfettamente abbigliato, in tutto il suo splendore italiano, con i vestiti del suo sponsor Stefanel, produttore di abbigliamento, lasciava indietro tutti noi, che vestivamo piuttosto terra terra.Tuttavia, siccome lui all’epoca non parlava inglese, restava un po’ in disparte, come un cucciolo sperduto, nelle occasioni ufficiali, e non lo si notava, proprio come i suoi risultati sportivi, che erano trascurabili.Guido sarebbe potuto morire all’inizio dell’estate 1987, nel terribile incidente di Bristol in Inghilterra, ma per fortuna di tutti gli sportivi, sopravvisse a quel gravissimo incidente e fu possibile vederlo in gara successivamente. Allora, era stato soprannominato “Crash-a-lini” e c’erano molti piloti che a fine gara, avrebbero voluto fare a pugni con lui, dopo che aveva provocato una serie di incidenti con manovre spericolate che avrebbero fatto arrossire anche il grande pilota della Ferrari Gilles Villeneuve.Guido però fece un’ottima cosa all’inizio della sua carriera, correndo in ogni gara in cui gli fosse possibile partecipare: non correva solo nel circuito mondiale, ma partecipava anche alle gare del circuito americano, in modo da mettere insieme più giri ed esperienza possibile, cosa molto importante, in questo nostro sport!Guido fu subito una rivelazione? No, ci mise ben 5 anni per vincere la sua prima gara in F. 1. Ricordo in particolare un episodio, era il 1987 ed eravamo a Fort Lauderdale, in Florida. Scott Gillman – pilota poi inserito nella “Hall of Fame” di questo sport – partiva 12° in griglia, e Guido 13°. Allora, erano le normali posizioni di partenza, per questi due grandissimi talenti, destinati a darsi successivamente battaglia per ben 10 anni in F.1!Il mondo degli anni ’80 e ’90 era molto differente da quello di oggi: c’erano due differenti circuiti di F.1, uno nel Nord America e l’altro in Europa. Quando i nordamericani iniziarono a correre le gare insieme agli altri, ne vincevano tre quarti. Che dire dell’evoluzione che ha poi avuto questo sport? Il punto è che Guido non ha mai vinto una gara in Nord America e i piloti top dell’Europa non sono mai stati forti come quelli nordamericani. E allora la domanda è: “Guido è stato il miglior pilota della storia della Motonautica inshore?” Bene, avendo visto gare su gare per decenni, posso affermare che Guido è il terzo più forte della storia: Bill Seebold da Saint Louis, Missouri, avendo vinto oltre 900 gare, a mio parere è il Numero Uno, mentre Renato Molinari di Como è il numero due, considerando cosa succedeva negli anni ’70 e come ciascuno di questi piloti ha influenzato lo sport.Il miglior momento di Guido iniziò nel 1997, quando il pilota californiano Scott Gillman si unì ai piloti europei che correvano in F.1: solo Michael Werner e Jonathan Jones si potevano definire all’altezza nel contrastare il dominio di Cappellini, non c’erano altri piloti. E vedendo come nel 1998 Guido vinse ben 8 delle 9 gare del Mondiale, dico che la rivalità Cappellini-Gillman salvò questo sport!Per dieci anni questi due grandi si sono dati battaglia con le unghie e con i denti, fino a che nel 2007, i problemi al cuore non costrinsero Gillman a fermarsi: era in testa alla classifica e dovette ritirarsi!Il campionato più impressionante di Guido fu quello del 2009: aveva corso già 7 gare conquistando un solo podio, e forse vedeva la sconfitta vicina, ma Guido ebbe un colpo d’ala e dominò letteralmente la seconda parte di quella stagione infinita, fatta di ben 16 gare. Vinse così il suo decimo titolo mondiale, e chiuse con un incredibile trionfo la sua carriera. Fu una cosa grandissima!Guido , che è stato spietato come pilota, come persona è ancora un timido… La sua forza è sempre stata l’assoluta fedeltà degli uomini del suo team, che sono al suo fianco da quasi 4 decadi. Questo è stato molto importante per il suo successo.Guido poi è un inventore: la sua straordinaria visione nel migliorare questo sport ha sempre suscitato la mia ammirazione:. La sua conoscenza e la capacità di pensare sempre al futuro, anche alla sicurezza dei piloti, non è seconda a nessuno.Devo dire sinceramente che ammiro Guido come persona al di fuori dell’abitacolo, forse ancor più di quanto lo ammirassi da pilota.Quello che ha fatto nel 2018, da manager del Team Abu Dhabi, creando un ambiente vincente con tre piloti molto competitivi e riuscendo a mantenere armonia allo stesso tempo, è stata davvero una notevole impresa. Sono davvero curioso di vedere Quante altre sorprese Guido saprà regalare a questo sport in futuro!Riassumendo la mia opinione: no, Guido non è stato il miglior pilota di tutti i tempi, tuttavia è di diritto nella “Hall of fame”, e in aggiunta continua a dare moltissimo a questo sport anche dopo aver smesso di correre, e per questo lo ammiro moltissimo!Guido, dai, continuiamo a salutarci allegramente ai box per altri 35 anni, ci stai? Non sarebbe più un grande show senza di noi, eh?
Stephen J. Michael (The Voice) – Speaker ufficiale UIM F.1 Powerboat World Championship
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